
La riforma del processo civile presentata dal Governo Draghi introduce nel codice di procedura civile i principi di chiarezza e specificità e di sinteticità.
Il tema rimanda al plain language giuridico e alle forme più innovative di linguaggio giuridico, come il legal design.
Tra l’altro segnalo che, sempre nella proposta del Governo, si affaccia il principio della libertà delle forme per i provvedimenti del giudice e per gli atti del processo per i quali la legge non richiede forme determinate, sempreché si raggiunga lo scopo specifico.
Mi sono chiesta se questa previsione non rappresenti un “cavallo di Troia” proprio per il legal design
Con l’aiuto di riconosciuti esperti linguisti, ho confezionato una “guida” che è stata pubblicata su Avvocatoquattropuntozero di Altalex.
Qui anticipo alcuni consigli di pronto uso, validi per avvocati e giuristi.
a) Chiarezza e specificità stanno ad indicare la scelta delle informazioni che sono considerate più pertinenti rispetto all’obiettivo e la loro organizzazione coerente nel testo;
b) La sinteticità attiene alla scelta degli argomenti nodali, tralasciando i marginali o quelli aggiuntivi;
c) I due principi possono sposarsi ma sono diversi, come è diversa per ciascuno la possibilità di oggettivarli;
d) Sintesi non vuol dire necessariamente brevità (calcolabile in battute e pagine);
e) La frasi di un testo non dovrebbero essere, ciascuna, più lunghe di 20/25 parole. Oltre crolla la comprensibilità!
f) I periodi dovrebbero essere chiari, senza subordinate e con l’utilizzo di verbi finiti e senza doppie/triple negazioni.
Ed allora…buona scrittura!