
Cosa hanno in comune il neorealismo avveniristico di Italo Calvino, la chitarra di Mark Knopfler (Dire Straits), i goal di Roberto Baggio, il chiaro scuro di Caravaggio e la comunicazione di Barak Obama e Donald Trump*?
La risposta esatta è la RICONOSCIBILITA’, l’IDENTIFICABILITA’.
In termini “mercatistici” è l’Unique Selling Proposition (USP, in acronimo).
Il concetto, teorizzato da alcuni marketer americani negli anni ’60 (Rosser Reevers e, prima di lui, Claude C. Hopkins), fa leva sulla necessità di individuare in pubblicità un solo “argomento di vendita” del prodotto, su un unico selling point, in modo da eliminare il pericolo della dispersione e di concentrare lo sforzo persuasivo su una proposta di vendita, su un punto di richiamo che il consumatore finisce per ricordare e fare proprio. ‘Unico’ vuol dire soprattutto esclusivo, tale cioè da caratterizzare il prodotto, differenziandolo da ogni altro.
Spogliato della valenza pubblicitaria, finalizzata alla vendita (qui) troverete perché non amo trasporre i concetti di marketing puro alla promozione dei servizi professionali), l’USP nel settore professionale può comunque declinarsi nel “tratto distintivo”, nella “specificità” unica e propria che dovrebbe caratterizzare ciascuna figura professionale: il vostro “vantaggio competitivo unico”.
Questo articolo è pubblicato nella rubrica Marketing legale di 4clegal