
Incertezze sul lavoro e precariato nella scuola, ambiente e sviluppo economico, contratti pubblici e appalti. Ma anche le bocciature dei propri figli.
Se il contenzioso davanti ai giudici amministrativi di Tar e CDS riduce l’arretrato (del 12%; in numero assoluto è pari a 210mila425 procedimenti), è anche vero che negli 85mila 846 ricorsi definiti e nei 57mila898 pervenuti complessivamente del 2017, si legge in filigrana la “crisi del Paese”.
Una crisi determinata- con le parole del presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno – da una “politica che demanda al giudice la composizione del conflitto tra valori”, della “oscurità della legislazione, dalla mancanza di qualità dell’amministrazione, dalle difficoltà delle imprese ad accettare pienamente il principio di concorrenza”. “La crisi della politica diviene crisi del diritto e della legge”.
Ieri Pajno ha inaugurato il nuovo anno della giustizia amministrativa davanti al Capo dello Stato e alle massime autorità.
Qualche spunto di riflessione sintetico dalla sua relazione inaugurale:
a) Il contenzioso amministrativo racconta della domanda di giustizia dei cittadini rispetto ai poteri pubblici. In crescita i ricorsi dei precari della scuola e quelli contro gli appalti Consip (la percentuale di impugnazione è del 30%)
b) Per rispondere alla incertezza e al timore espresso dai cittadini le istituzioni dovrebbero porre mano alla codificazione legislativa per macro-settori (razionalizzare e semplificare le norme, in altre parole); valorizzare il ruolo delle Corti supreme in funzione nomofilattica; promuovere una maggiore cultura del giudice, rigoroso nel proteggere la sfera di libertà del cittadini sia nell’affermare i suoi doversi di solidarietà sociale.
La versione integrale dell’articolo è pubblicata su ItaliaOggi del 31 gennaio 2018
Leggi e scarica Consiglio di Stato- Relazione inaugurazione anno giudiziario 2018 30_1_2018