
La commissione europea per la efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa ha pubblicato ieri la prima carta etica per l’utilizzo di sistemi intelligenti sia per assumere decisioni giudiziarie sia per l’utilizzo di tools da parte di avvocati e operatori del sistema.
E’ probabile che l’impressione relativa ai cinque principi fondamentali sia di una certa vaghezza. Ma in questo momento, forse, vale più il segnale di attenzione riguardo l’impatto che l’utilizzo di algoritmi, soprattutto di machine learning, possono avere sui diritti fondamentali delle persone garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e dalla Convenzione per la protezione dei dati personali n. 108.
La Carta etica, spiega il Consiglio d’Europa, è indirizzata sia alle start up legaltech, che progettano piattaforme di nuovi servizi, sia agli sviluppatori di tools, sia alle autorità a cui spetta la decisione di regolamentare questo campo, sia alle professioni giuridiche, magistrati -avvocati- notai.
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