Ricorsi fiscali: quando il contribuente vince, vince nel merito. Nel 2017, su 202mila procedimenti definiti dalle commissioni tributarie provinciali, il 45% viene vinto dall’amministrazione e il 31% dai contribuenti. Ma la schiacciante maggioranza di cause – in questo 31% – viene vinto su questioni di merito e non di rito.
Quanto alle spese di giudizio, vengono compensate nel 60% dei casi e solo nel 15% sono liquidate a favore del contribuente.
Si litiga di più su Irpef e Ire per quanto riguarda i tributi erariali e per la tassa di smaltimento rifiuti per quelli locali. Su circa 90mila procedimenti pervenuti nel 2017 per la fiscalità generale, oltre il 18% riguarda la tassazione del reddito di persone fisiche e società; mentre sui circa 60mila ricorsi sulla tassazione locale, il 40% riguarda la spazzatura.
Lo spaccato del complesso rapporto tra fisco e contribuente è leggibile nel Rapporto annuale sull’andamento della giustizia tributaria, pubblicato il 16 giugno scorso dalla Direzione giustizia tributaria del Ministero dell’Economia.
Il valore del contenzioso tributario. Il valore complessivo del contenzioso tributario è pari a 50miliardi402milioni di euro: praticamente una manovra finanziaria. Tanto è il valore dello stock di procedimenti pendenti a fine 2017, pari a 417mila600 procedimenti.
Il valore delle controversie presentate nel 2017 è pari a 29 miliardi di euro e il valore medio della singola controversia tributaria è pari a circa 137 mila euro. Il 70,2% del totale dei ricorsi pervenuti alle Commissioni Tributarie Provinciali (CTP) ha ad oggetto controversie di valore inferiore o uguale a 20.000 euro (per un totale di circa 400 milioni di euro), mentre solo l’1,5% dei ricorsi riguarda controversie di valore superiore a 1 milione di euro (per un totale di 11,6 miliardi di euro). Il 56,8% degli appelli pervenuti alle Commissioni Tributarie Regionali (CTR) ha ad oggetto controversie con valore inferiore o uguale a 20.000 euro (per un totale di circa 188 milioni di euro), mentre il 2,5% degli appelli totali riguarda controversie di valore superiore a 1 milione di euro (per un totale di 9,5 miliardi di euro).
Il valore complessivo delle controversie definite nel 2017 è di circa 30,7 miliardi di euro, mentre il valore medio della singola controversia decisa è pari a circa 117 mila euro.
Chi vince nel contenzioso tributario. Ponendo lo sguardo sulle pronunce definitive pervenute dalle commissioni tributarie provinciali nel 2017 (57mila781), quelle favorevoli all’amministrazione sono state 45mila. Sulle 28mila emesse dalle Commissioni regionali, a favore dell’Amministrazione sono state 17mila800. In Cassazione, su 4760 ben 3.483 hanno dato ragione al fisco. Tuttavia quando il contribuente vince, vince nel merito della questione e non per questioni di rito. Il tributo sul quale riesce di più a far valere le proprie ragioni è il contributo unificato.
Pendenze del contenzioso tributario. Il numero delle controversie definite nel 2017 è di 261.820, in diminuzione del 10,7% rispetto al 2016. La riduzione è determinata dal calo delle decisioni di primo grado pari al 12,6%, mentre nel secondo grado le pronunce si sono ridotte del 3,5%. Al 31 dicembre 2017 le controversie ancora pendenti sono pari a 417.635 per un valore complessivo di circa 50,4 miliardi. Il 63% di esse (pari a 265.525 unità), è in giacenza da meno di 2 anni, il 27,4% (pari a 114.415 unità) è in giacenza da un periodo compreso tra 2 e 5 anni e solo il 9% (pari a 37.695 unità) è in giacenza da più di 5 anni.
Durata del processo tributario. La durata media del processo tributario nel primo grado di giudizio definito nel 2017 è di 758 giorni (pari a 2 anni ed 1 mese), con un miglioramento di 24 giorni rispetto al 2016 e di 99 giorni rispetto al 2015; nel secondo grado di giudizio essa si attesta a 772 giorni, con un leggero miglioramento di 6 giorni rispetto al 2016 ma un peggioramento di 21 giorni rispetto al 2015. Tra primo e secondo grado, dunque, la durata di un ricorso è pari a 4 anni e più a cui si aggiunge il giudizio di Cassazione.